12 ottobre 2018
11:57

Stagione Danza 2018/2019

Come sempre in parallelo al programma d’Opera, il cartellone Danza inizia il proprio percorso il 26 e 27 gennaio con il ritorno dell’acclamatissima Parsons Dance: compagnia newyorkese riconosciuta a livello internazionale per la capacità di mantenere altissima qualità e nel contempo grande accessibilità al pubblico di ogni età ed estrazione culturale e sociale, è stata fondata nel 1985 dal direttore artistico David Parsons e dal lighting designer Howell Binkley, vincitore di due Tony Award. Da allora è diventata un punto di riferimento assoluto per la post modern dance – grazie a creazioni e performance che si distinguono per energia, positività, fisicità – e per le collaborazioni con artisti-icona provenienti dai campi più diversi (da Dave Matthews a Robert Rauschenberg, da Donna Karan ad Annie Leibovitz). Per i propri tour in tutti e cinque i continenti, la Parsons attinge tanto dal repertorio dello stesso direttore-coreografo, quanto dal canone americano e da commissioni alla nuova generazione di coreografi, affidandosi a interpreti la cui preparazione atletica e il cui virtuosismo sono in grado di infondere un irresistibile appeal a ogni coreografia. All’Alighieri tornano con una collezione di cinque lavori, dal celeberrimo e immancabile Caught  del 1982 – su musica di Robert Fripp dei King Crimson – a Microburst entrato quest’anno nel repertorio della compagnia, su musica classica indiana; sempre a firma di Parsons, Wolfgang su musiche mozartiane e Whirlaway sulle note di Allen Toussaint, fra i più influenti artisti della scena rhythm&blues. Per la prima volta in Italia Ma Maison di Trey McIntyre, potente combinazione di prese da balletto, passi Charleston e street style, con costumi ispirati alle tradizioni funerarie di New Orleans.

In prima italiana, il 16 e 17 febbraio è la volta di Dance Me, omaggio a Leonard Cohen de Les Ballets Jazz de Montréal, la compagnia canadese fondata nel 1972 e diretta dal 1998 da Louis Robitaille. Ispirandosi all’influente repertorio del leggendario cantautore-poeta, la BJM ne offre un ritratto vibrante e sfaccettato, evocando “cinque stagioni” – o cicli dell’esistenza – in cui si intrecciano i temi ricorrenti e universali espressi nelle canzoni di Cohen; a ogni stagione corrispondono diversi stati d’animo, colori, elementi naturali, luoghi fisici ricreati sulla scena anche attraverso proiezioni e video. La scrittura coreografica si deve a tre artisti dalle personalità ben distinte, ma complementari – Andonis Foniadakis, Annabelle Lopez Ochoa e Ihsan Rustem – mentre sul palcoscenico si esibiscono quattordici splendidi ballerini, per una messa in scena sensuosa, tanto spettacolare quanto commovente, grazie anche all’impegno per la drammaturgia di Eric Jean e alla direzione musicale di Martin Léon. Coniugando l’estetica del balletto classico ad altri stili, la BJM si distingue per una fisicità dinamica ed espressiva e per la forte personalità dei suoi interpreti, tutti coinvolti in prima persona a contribuire al “marchio di fabbrica” della compagnia, evidente anche in Dance Me che ha debuttato a Montréal lo scorso dicembre e per la quale la BJM si è assicurata i diritti esclusivi per l’utilizzo di tutte le opere di Leonard Cohen.

Il 16 e 17 marzo l’appuntamento è con la tradizione del balletto russo, distillata nel Gala omaggio a Leonid Yacobson del Balletto Yacobson di San Pietroburgo, capace di racchiudere due secoli di storia fra i pas-de-deux dei classici del XIX secolo e le “miniature” di Yacobson del XX secolo. Il florilegio si compone del virtuosistico pas-de-deux da Il lago dei cigni di Petipa/Ivanov e di un’altra grande creazione sulle note di Chajkovskij, La bella addormentata, mentre sono quattro le creazioni che celebrano l’eredità di Yacobson: Pas de quatre su musica di Bellini, Valzer Viennese su musica di J. Strauss, Sestetto su musica di Mozart e Baba Yaga su musica di Musorgskij. Yacobson è passato alla storia come il “maestro delle miniature coreografiche” e come fondatore, nel 1969, della prima troupe di balletto sovietica disgiunta dall’opera e legata all’esclusiva creatività del proprio direttore-coreografo. Nelle miniature, Yacobson ha ampliato le possibilità di stile e plasticità della danza e portato soggetti nuovi nel balletto, attingendo a pittura e poesia, storia e mito, folklore e quotidiano. Oggi il Balletto è guidato dall’ex primo ballerino del Mariinskij Andrian Fadeev, che dell’eredità del fondatore fa una componente imprescindibile dell’attività della compagnia: “siamo felici e orgogliosi – spiega Fadeev – di presentare al mondo questo maestro del balletto del Novecento e le sue coreografie complesse, intellettuali, dense di contenuti.”.

Chiude il programma Danza il sempre attesissimo ritorno della prima compagnia di danza italiana: il 6 e 7 aprile Aterballetto propone Bach Project, tappa importante nell’esplorazione del rapporto tra danza e musica, tra la composizione classica e la sua ricreazione contemporanea. Una nuova coreografia ispirata alle musiche di Johann Sebastian Bach è stata affidata al giovane coreografo Diego Tortelli, il quale ha accolto la sfida coinvolgendo nella creazione delle scene l’artista visivo Massimo Uberti, che utilizza la luce come materia prima con cui costruire gli spazi; il risultato è stato battezzato Domus Aurea. La pièce – dove la scrittura originale di Bach è rivisitata da Giorgio Colombo Taccani nel segno del rispetto e della citazione, ma anche della libera invenzione – avviene sull’esecuzione live dell’Ensemble Sentieri Selvaggi. La serata si completa con Sarabande, un pezzo del 1990, sempre su musiche di Bach, firmato dal ceco Jirí Kylián, creatore di oltre cento opere rappresentate in tutto il mondo e fondatore del Nederlands Dans Theater III. Dotata di un’affascinante struttura circolare, Sarabande si muove tra livelli musicali ed espressivi diversi, capacità che ne evidenza la straordinaria contemporaneità. Bach Project permette così ad Aterballetto di costruire, intorno a una data dimensione musicale, una visione intergenerazionale della creazione coreografica, capace di dare spazio a maestri riconosciuti e giovani talenti, con il valore aggiunto della musica dal vivo.

Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Prelazione rinnovi abbonamenti 
da sabato 20 ottobre a lunedì 3 dicembre
Nuovi abbonamenti dal 6 dicembre
Prevendite biglietti da giovedì 13 dicembre