Trilogia d’Autunno: L’invisibil fa vedere Amore
Messiah
musica di Georg Friedrich Händel (1685-1759)
oratorio in tre parti per soli, coro e orchestra su testo di Charles Jennens
(prima esecuzione Dublino, New Music Hall, 13 aprile 1742)
Edizione Bärenreiter
Alysia Hanshow soprano
Delphine Galou contralto
Žiga Čopi tenore
Christian Senn basso
Ottavio Dantone direttore
Accademia Bizantina
Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”
maestro del coro Lorenzo Donati
Nei teatri inglesi è un momento difficile per l’opera italiana: Händel, che da trent’anni ne domina le scene, nel 1741 riceve dal librettista Charles Jennens un nuovo testo, tratto dall’Antico e dal Nuovo Testamento nonché da salmi del Book of Common Prayer. È il momento giusto per abbandonare l’opera e tornare all’oratorio – generi in verità musicalmente non così differenti –, una forma che già aveva praticato ad Amburgo e in Italia. Ed è proprio il convergere insieme della passione luterana, dell’oratorio italiano e dell’anthems corale inglese, in particolare nella lingua, a dar vita a quel polittico musicale che fin dalla prima esecuzione, a Dublino nel 1742, «sfugge dalle mani del suo autore ed entra nella leggenda e nel mito» (Alberto Basso). Una luminosa rappresentazione del dramma del Cristianesimo carica di umanità e commozione, ma anche di un eloquio prezioso e sapiente, che si traduce in una allegoria capace di trascinare l’ascoltatore fuori dal tempo e dalla storia.
Tre titoli che si susseguono un giorno dopo l’altro sullo stesso palcoscenico, un agile e flessibile meccanismo scenico, uno staff tecnico collaudato e pronto a ogni invenzione: è il marchio inconfondibile della trilogia autunnale, da anni irrinunciabile appendice del festival votata a epoche e linguaggi diversi del teatro musicale. Ed è camminando di nuovo sul filo teso attraverso i secoli che prende corpo l’omaggio a uno degli indiscussi “padri” della nostra musica, compositore inarrivabile e genio drammatico; coetaneo di Bach, allo stesso modo grande e “moderno”, eppure votato ad altri orizzonti e soprattutto al teatro. È dal suo straordinario catalogo che emergono i tasselli di un “trittico” che, affidato alla collaborazione tra il rigore visionario di Pizzi e l’indiscutibile talento di Dantone, richiama il mondo ideale e intramontabile dell’epica cavalleresca.
«Quel che l’uom vede, Amor gli fa invisibile, e l’invisibil fa vedere Amore»: amore e follia, coraggio e visionarietà, passioni intrecciate che animano gli eroi immortali del celeberrimo poema di Ariosto, l’Orlando furioso, fonte delle opere di Händel. Eroi colti nel lato più fragile della loro umanità, esposti al potere dell’amore che toglie il lume della ragione, e a quello della magia che ne sconvolge gli intenti. Eroi che nella follia riescono ad andare oltre il peso materiale del vivere, e a trascendere il reale fino a comprenderlo nella sua essenza e a immaginare quel mondo ideale, forse irraggiungibile ma che è il motore di ogni progresso – quanta attualità a quasi tre secoli dalla composizione in Orlando e Alcina! Ma anche in quel Messiah che, nella mirabile commistione di tutti gli stili europei, continua a infondere speranza agli uomini di oggi.
Fino al 30 giugno prevendita esclusiva ad agenzie e tour operator
Dal 14 luglio all’8 agosto e dall’1 al 13 settembre prevendita carnet
Dal 15 settembre prevendita singoli biglietti
Carnet Trilogia d’Autunno (3 spettacoli) -15% sul prezzo dei biglietti
Messiah
hour 17:00